Generale Giuseppe Ulbrich
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“[…] Il Generale Ulbrich è stato un eroe durante la guerra austro-ungarica, una guerra difficilissima, quando ha salvato la vita al principe Umberto di Savoia, ordinando il quadrato di Villafranca il 24 giugno 1866. Quest’atto di eroismo gli valse la gratitudine del Re, che lo ricompensò con la corona dell’Annunziata e regalandogli poi, quando si è sposato con la Marchesa Adelaide Papadopoli di Palermo, una villa a Viareggio. Ogni volta che gli nasceva un figlio, poi, il ministro Lucifero della Real Casa dava anche un assegno al mio bisnonno. Il suo nome lo si trova un po’ dappertutto sulle pagine dei libri di storia. A Villafranca hanno eretto una stele in suo onore e gli hanno intestato una via […]”

Il ricordo del Generale Giuseppe Ulbrich e della famiglia Norrito, attraverso i racconti di Anna Bruna Norrito

Generale Giuseppe Ulbrich

Sono Anna Bruna Norrito e sono la pronipote del Generale Giuseppe Ulbrich. Sono pronipote perché il Generale è stato il nonno diretto di mia mamma. Lui, infatti, si è sposato e ha avuto 4 figli: uno era ingegnere ed è morto molto presto – quella volta non c’erano molti mezzi per curare -, una era la mamma di mamma, che era un’insegnante di lettere, poi c’era la gemella morta di parto, e l’altra figlia Giulia che era una pittrice ed esponeva nella Galleria degli Uffizi di Firenze.

Aneddoto su Giulia Ulbrich

“Durante un’esposizione è entrato questo signore che ha detto “Mi piacciono moltissimo, vorrei conoscere l’autore” e il custode gli ha risposto “è la figlia del Generale Ulbrich l’autrice. Lui è molto geloso, dica a me. Tratti con me”. Siccome anche questo signore era un appassionato di arte, frequentarono entrambi l’Accademia, si sono conosciuti e si sono sposati. Lui era il Barone Frank Von Der Lancken”.

Il Generale Ulbrich è stato un eroe durante la guerra austro-ungarica, una guerra difficilissima, quando ha salvato la vita al principe Umberto di Savoia, ordinando il quadrato di Villafranca il 24 giugno 1866.

Quest’atto di eroismo, che fu premiato con la Croce dell’Ordine Militare di Savoia, gli valse la gratitudine del Re, che lo ricompensò con la corona dell’Annunziata e regalandogli, poi, quando si è sposato con la Marchesa Adelaide Papadopoli di Palermo, una villa a Viareggio. Ogni volta che gli nasceva un figlio, poi, il ministro Lucifero della Real Casa dava anche un assegno al mio bisnonno.

Araldica famiglia Papadopoli Aldobrandini

Questo è lo stemma che apparteneva alla famiglia Papadopoli, una famiglia di origine antichissima.
Mia mamma mi ha donato un anello con lo stemma di famiglia

Epigrafe tomba Giuseppe Ulbrich

Quando è morto, la moglie del mio bisnonno ha fatto scrivere questa epigrafe sulla sua tomba: “La storia ha scolpito il tuo nome nelle sue pagine eterne. L’amore lo scolpisce sul marmo a conforto e speranza della tua moglie diletta”.
Io l’ho vista la sua tomba a Viareggio, con mia mamma. Quando siamo andate c’era il custode che ci disse che per visitare la tomba del Generale Giuseppe Ulbrich dovevamo andare al cimitero storico. Una tomba bellissima, con questa epigrafe bellissima.

Questa è la fusciacca del mio bisnonno Giuseppe Ulbrich. Apparteneva alla sua divisa del 1860.

Il suo nome lo si trova un po’ dappertutto sulle pagine dei libri di storia, a Villafranca hanno eretto una stele in suo onore e gli hanno intestato una via “Via Giuseppe Ulbrich”.

Famiglia Norrito

Per quanto riguarda la mia famiglia, mio padre, Giuseppe Norrito, è nato a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani nel 1903, ed è morto a 97 anni.

A 19 anni ha lasciato la Sicilia, è andato a fare l’Accademia Militare a Livorno ed è entrato in marina perché lavorava nel Servizio Navale della Guardia di Finanza come Maggiore di Finanza.

Poi ha conosciuto mia mamma. L’incontro è stato molto romantico perché mia mamma ha raccontato di aver visto questa nave, insieme a sua sorella, e di aver scorto un paio di Ufficiali che le piacevano e alla fine si è sposata con mio padre Giuseppe.

Mio padre era il classico militare. È sempre stata una persona molto severa: a tavola non si poteva dire una barzelletta, non si poteva scherzare, d’estate alle 11 dovevamo tornare a casa, ecc. Insomma, ci ha dato un’educazione rigida e ci ha insegnato i valori della vita. Io e i miei fratelli abbiamo cercato di conservare i suoi insegnamenti e di metterli in pratica. Siamo stati dei bravi e onesti ragazzi.

Mia mamma era una grande intellettuale. È morta a 103 anni con il libro in mano, praticamente. Ad esempio, io ogni tanto guardo alcuni dei libri che ho, che si tengono quasi per bellezza, e sono tutti scritti, tutti cerchiati, … Mamma guardava l’arte, la cultura, tutto quello che era l’essenziale della vita.

E noi siamo cresciuti in questo ambiente.

Io mi ricordo, nonostante la mia condizione, mia mamma non mi ha mai coccolato. Quando sono andata a fare scuola lontano, ad esempio, una volta le ho detto “mamma la macchina non mi funziona tanto bene” e lei “eh qualcuno ti aiuterà”. Mi ha sempre spinto a essere indipendente e autonoma. Lo stesso ha fatto anche con mia sorella e mio fratello.

Durante la guerra, ricordo che eravamo a Marina di Ravenna e siamo dovuti scappare. Mi ricordo tanta strada a piedi. Siamo andati a finire a Cervia e a quel punto le scuole le ho dovute fare privatamente. Mia mamma anche lei insegnava e certamente ha dovuto sospendere tutto.

Una volta finita la guerra abbiamo ripreso come potevamo. Io, mia sorella e mio fratello ci siamo laureati e abbiamo vissuto le nostre vite.

Il Senatore ha scritto a mia mamma una lettera e insieme c’erano queste due olografie di Umberto I e suo figlio Vittorio Emanuele III del tardo ‘800.

C’è scritto: “Gentile Signora Ulbrich, mi fa piacere che le pervengano, date le sue antiche origini storiche, queste belle olografie del tardo Ottocento. Rappresentano il Re buono che suo nonno salvò nel famoso quadrato ed il giovane figlio che sarebbe succeduto all’alba del nuovo secolo. Cordialità ed augurio”.