Storia delle Medaglie

Le Decorazioni al Valor Militare

Le Decorazioni al Valor Militare sono concesse ad autori di atti di eroismo militare, anche compiuto in tempo di pace.
La concessione delle decorazioni può, tuttavia, aver luogo solo quando l’atto compiuto possa costituire, sotto ogni aspetto, un esempio degno di essere imitato.

Le medaglie d’Oro, d’Argento e di Bronzo e la Croce al Valor Militare possono essere concesse anche per imprese di carattere militare compiute in tempo di pace.  La Croce di Guerra al Valor Militare non si conferisce altro che in tempo di guerra.

Le Decorazioni al Valor Militare sono concesse ad autori di atti di eroismo militare, anche compiuto in tempo di pace.
La concessione delle decorazioni può, tuttavia, aver luogo solo quando l’atto compiuto possa costituire, sotto ogni aspetto, un esempio degno di essere imitato.

Le medaglie d’Oro, d’Argento e di Bronzo e la Croce al Valor Militare possono essere concesse anche per imprese di carattere militare compiute in tempo di pace.  La Croce di Guerra al Valor Militare non si conferisce altro che in tempo di guerra.

Descrizione

L’insegna metallica delle medaglie al Valor Militare presenta sul fronte lo stemma Sabaudo  – ora lo stemma della Repubblica Italiana – con la dicitura al Valore Militare e sul retro una coroncina di alloro che lascia uno spazio libero nel quale viene inciso il nome del Decorato e la data del fatto d’arme.

Descrizione

L’insegna metallica delle medaglie al Valor Militare presenta sul fronte lo stemma Sabaudo  – ora lo stemma della Repubblica Italiana – con la dicitura al Valore Militare e sul retro una coroncina di alloro che lascia uno spazio libero nel quale viene inciso il nome del Decorato e la data del fatto d’arme.

Le Decorazioni al Valor Militare sono le seguenti:

Precisazioni:

La Croce di guerra al Valor Militare presenta sul braccio orizzontale la dicitura al Valor Militare, la sigla R.I. (Repubblica Italiana) e una daga con alloro.

La Croce al Merito di guerra viene concessa ai Combattenti che hanno onorevolmente servito per un intero anno (ora altro periodo) di guerra in zone di operazioni o siano stati feriti in azione. Non è, quindi, concessa per uno specifico atto di valore personale. La Croce al Merito, simile a quella al Valor Militare, porta la dicitura al Merito di guerra ed è portata da un nastro con due strisce bianche e tre azzurre.

Note:

La Promozione e l’Avanzamento per Merito di Guerra sono entrambe assimilate alle ricompense al Valor Militare: con queste si intende premiare oltre che un importante atto di valore, anche una particolare capacità operativa in un ciclo di operazioni belliche.

Rappresentate da due daghe incrociate (Avanzamento per Merito di guerra) e da due daghe incrociate con una coroncina di alloro (Promozione per Merito di guerra), vengono portate sul petto al disopra delle medaglie. Sono in Argento o a ricamo.

Le Decorazioni al Valor Militare sono le seguenti:

Precisazioni:

La Croce di guerra al Valor Militare presenta sul braccio orizzontale la dicitura al Valor Militare, la sigla R.I. (Repubblica Italiana) e una daga con alloro.

La Croce al Merito di guerra viene concessa ai Combattenti che hanno onorevolmente servito per un intero anno (ora altro periodo) di guerra in zone di operazioni o siano stati feriti in azione. Non è, quindi, concessa per uno specifico atto di valore personale. La Croce al Merito, simile a quella al Valor Militare, porta la dicitura al Merito di guerra ed è portata da un nastro con due strisce bianche e tre azzurre.

Note:

La Promozione e l’Avanzamento per Merito di Guerra sono entrambe assimilate alle ricompense al Valor Militare: con queste si intende premiare oltre che un importante atto di valore, anche una particolare capacità operativa in un ciclo di operazioni belliche.

Rappresentate da due daghe incrociate (Avanzamento per Merito di guerra) e da due daghe incrociate con una coroncina di alloro (Promozione per Merito di guerra), vengono portate sul petto al disopra delle medaglie. Sono in Argento o a ricamo.

Storia

Trascriviamo dal libretto edito nel 1991 (III Ed.) dal gen. (Ris) Arrigo Papini Gr. Ufficiale OMRI quanto segue:

“La conoscenza del significato delle medaglie al Valor Militare è molto spesso desueta quando non è del tutto ignorata […]

Sin dalle più antiche civiltà il coraggio fu oggetto di rispetto, ammirazione ed onori, anche concreti […] il perfetto ordinamento militare di Roma prevedeva ricompense di vario genere (corone di alloro, collari, falere, bracciali o armille, curnicula, (ciondoli da appendere all’elmo), premi in denaro, cariche onorifiche, sino alla massima che era la decretazione del  trionfo.”

Nel Medioevo sorgono i primi ordini cavallereschi le cui insegne venivano concesse a coloro che si erano distinti nella difesa della Religione o della Terra Santa […]

“Anche i vari Staterelli Italiani, prima del 1860, avevano dato vita a propri Ordini sulle ricompense al Valor Militare compreso fra essi lo Stato della Chiesa […]

Regno di Sardegna”:  nella notte fra il 24 e il 25 febbraio 1793, il nocchiero del Regia Marina Sarda, Domenico Millelire, contribuisce, con grande coraggio, perizia e determinazione, a respingere, con gravi perdite, una formazione navale Francese guidata dal Ten. Col. Bonaparte. Il Re Vittorio Amedeo III (di Savoia) a seguito di questa brillante e ardita azione, emana Regie Patenti con le quali si prevede di premiare il Valore Militare con la Medaglia d’Oro o in subordine, di Argento da destinarsi a “bass’uffiziali” o soldati distintisi in combattimento.
La prima medaglia d’Oro venne così appuntata sul “giustacuore” del nocchiero Millelire.

Era previsto che tali distinzioni fossero solo individuali ma, nel combattimento del Colle del Brichetto (Mondovì) del 1796, il comportamento del Reggimento “Dragoni del Re” fu tale da indurre il Sovrano a concedere due medaglie d’Oro al Reparto che ora ha nome “Genova Cavalleria”:  viene quindi sanzionata la possibilità di concedere medaglie collettive a Reparti o Città. L’insegna era ed è sostenuta da un nastro di seta “turchino-celeste” – Da qui il “Nastro Azzurro”

Trascriviamo dal libretto edito nel 1991 (III Ed.) dal gen. (Ris) Arrigo Papini Gr. Ufficiale OMRI quanto segue:

“La conoscenza del significato delle medaglie al Valor Militare è molto spesso desueta quando non è del tutto ignorata […]

Sin dalle più antiche civiltà il coraggio fu oggetto di rispetto, ammirazione ed onori, anche concreti […] il perfetto ordinamento militare di Roma prevedeva ricompense di vario genere (corone di alloro, collari, falere, bracciali o armille, curnicula, (ciondoli da appendere all’elmo), premi in denaro, cariche onorifiche, sino alla massima che era la decretazione del  trionfo.”

Nel Medioevo sorgono i primi ordini cavallereschi le cui insegne venivano concesse a coloro che si erano distinti nella difesa della Religione o della Terra Santa […]

“Anche i vari Staterelli Italiani, prima del 1860, avevano dato vita a propri Ordini sulle ricompense al Valor Militare compreso fra essi lo Stato della Chiesa […]

Regno di Sardegna”:  nella notte fra il 24 e il 25 febbraio 1793, il nocchiero del Regia Marina Sarda, Domenico Millelire, contribuisce, con grande coraggio, perizia e determinazione, a respingere, con gravi perdite, una formazione navale Francese guidata dal Ten. Col. Bonaparte. Il Re Vittorio Amedeo III (di Savoia) a seguito di questa brillante e ardita azione, emana Regie Patenti con le quali si prevede di premiare il Valore Militare con la Medaglia d’Oro o in subordine, di Argento da destinarsi a “bass’uffiziali” o soldati distintisi in combattimento.
La prima medaglia d’Oro venne così appuntata sul “giustacuore” del nocchiero Millelire.

Era previsto che tali distinzioni fossero solo individuali ma, nel combattimento del Colle del Brichetto (Mondovì) del 1796, il comportamento del Reggimento “Dragoni del Re” fu tale da indurre il Sovrano a concedere due medaglie d’Oro al Reparto che ora ha nome “Genova Cavalleria”:  viene quindi sanzionata la possibilità di concedere medaglie collettive a Reparti o Città. L’insegna era ed è sostenuta da un nastro di seta “turchino-celeste” – Da qui il “Nastro Azzurro”