Bindi Domenico, Centallo
null

“[…] Venimmo fatti prigionieri dai soldati tedeschi, che erano qualche ora prima nostri alleati. Il giorno successivo, cominciò un lunghissimo viaggio con la partenza in nave dall’isola di Creta. Da Creta ad Atene, facemmo due giorni di nave senza bere e senza mangiare. Arrivati nella capitale della Grecia, ci sistemarono dentro un vagone merci, normalmente usato per il trasporto del bestiame. […]”

La storia militare di Bindi Domenico, grazie alla preziosa condivisione del figlio, Oreste

Sono nato a Pietracuta di San Leo il 01/01/1920, in Via Monte.

Sono partito da Pietracuta, nel lontano 18/03/1940, e mi sono recato al “DISTRETTO MILITARE” di Pesaro.

Il 10/06/1940, l’Italia entrò in guerra e io venni spedito a Centallo (Cuneo), vicino al “Fronte Francese”.

La Francia capitolò, con l’invasione della Germania in terra francese, e ci mandarono, così, a Roma, in attesa di essere chiamati su altri fronti. Pensavamo di essere trasferiti sul “Fronte Russo” e, invece, venimmo mandati a combattere sul “Fronte Greco”. Il trasferimento cominciò da Ancona, dove mi salutò mio fratello Ezio, in treno fino a Trieste, per proseguire per tutti i Paesi Balcani, arrivando ad Atene. Dormimmo nelle tende militari, all’interno dello storico “Stadio Di Atene”, in attesa di essere imbarcati per l’isola di Creta.
Arrivammo all’isola di Creta e, insieme ai tedeschi, presidiammo l’intera isola. Hitler la riteneva un’isola strategicamente importante come base per attaccare l’Egitto. Dopo 70 giorni di presidio dell’isola di Creta, l’8 settembre 1943, arrivò la comunicazione e l’ordine del Maresciallo Badoglio, a tutti i militari italiani, di “Armistizio Incondizionato”.

Bindi Domenico - Passaporto rilasciato da Deutsches Reich per accesso ai campi di concentramento
Passaporto rilasciato da Deutsches Reich per accesso ai campi di concentramento

Accadde così che noi militari italiani dovemmo depositare le armi: ci “disarmammo da soli” e deponemmo moschetti e mitraglie sulla piazza di Chania (Candia), allora capitale dell’isola di Creta. Venimmo fatti prigionieri dai soldati tedeschi, che erano qualche ora prima nostri alleati.

Il giorno successivo, cominciò un lunghissimo viaggio con la partenza in nave dall’isola di Creta. Da Creta ad Atene, facemmo due giorni di nave senza bere e senza mangiare. Arrivati nella capitale della Grecia, ci sistemarono dentro un vagone merci, normalmente usato per il trasporto del bestiame.

Questo interminabile viaggio durò circa 10 giorni. Per fortuna, in alcune soste, in certe stazioni, scendevamo e mangiavamo quello che si trovava. In Ungheria, le donne – sapendo che eravamo prigionieri – ci offrivano le patate bollite e qualche pezzo di pane, nonostante la loro povertà!

Arrivammo così a Meppen, ai confini con l’Olanda, dove c’era lo smistamento dei prigionieri. Da quel giorno, venimmo mandati nei “campi di lavoro”.

lo facevo il fuochista in una fornace di mattoni. Per 12 ore al giorno, dovevo alimentare il fuoco caricando la caldaia di carbone.
Il mangiare era scarso: raccoglievamo le bucce di patate.

Quando ero nel campo di lavoro, un giorno, mi arrivò la notizia di un Bindi militare prigioniero in un campo di lavoro adiacente: era mio fratello Ezio!!! … Ci abbracciammo commossi e non ci lasciammo più!

Questa dura vita da prigioniero durò circa 2 anni. Arrivarono poi gli Americani, nel 1945, che liberarono la Germania. Insieme a mio fratello Ezio potemmo partire verso l’Italia.

A Verona, ci controllarono per constatare il nostro stato di salute: eravamo magri e stanchi, ma felici, perché liberi e sopravvissuti alla guerra!
Arrivammo a casa, a Pietracuta di San Leo, in Via Monte, il 18 agosto 1945, dopo più di 5 anni di vita militare!

Foglio matricolare distretto di Pesaro Esercito di Bindi Domenico p1
Articolo di giornale del Carlino per la premiazione alla Medaglia al Valore Militare
Bindi Domenico