Il soldato Bendino Magi
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“[…]Nell’aprile del 1935 – racconta Magi – fui chiamato alle armi e destinato al VI Reggimento Artiglieria Corpo d’Armata di stanza a Modena e fui assegnato come attendente ad un giovane ufficiale che si chiamava Giovanni Guareschi. Sono stato con lui per più di un anno. […]
Tutto finì nell’agosto del 1936 quando Bedino Magi terminò il suo servizio di leva. Ancora oggi ricorda con commozione: “Guareschi mi baciò e mi disse: fai il servizio civile come hai fatto quello militare e ti troverai sempre bene”.
Non andò proprio così perché all’ex attendente di Guareschi, invece del servizio civile, toccò poi di andare a combattere in Jugoslavia e di rimanere ferito e invalido di guerra.[…]”

La Testimonianza di Massimo Magi in ricordo di suo padre Bendino

“Sono Massimo Magi, figlio di Bendino Magi. Ho spedito delle foto e dei documenti di mio padre soldato, che ha lavorato come selcino (operaio specializzato nella pavimentazione stradale) alle dipendenze dell’Amministrazione Comunale di Pesaro.”

Un anno di vita con il grande scrittore

«Io e Guareschi»

Nel 1935 l’autore di “Don Camillo” era ufficiale dell’esercito, il pesarese Bendino Magi il suo attendente

Articolo - Un anno di vita con il grande scrittore (Io e Guareschi) (25-03-2000) Il Resto del Carlino

PESARO – Il grande convegno di studi tenutosi nei giorni scorsi a Milano sulla figura e l’opera dello scrittore Giovanni Guareschi ha fatto sicuramente felice il signor Bendino Magi, pesarese, classe 1914, in gioventù operaio specializzato con la qualifica di “selcino”, cioé di pavimentatore di strate cittadine.

«Nell’aprile del 1935 – racconta Magi – fui chiamato alle armi e destinato al VI Reggimento Artiglieria Corpo d’Armata di stanza a Modena e fui assegnato come attendente ad un giovane ufficiale che si chiamava Giovanni Guareschi. Sono stato con lui per più di un anno». Guareschi non doveva essere un ufficiale molto esigente. «Non voleva nemmeno che gli pulissi gli stivali – continua Magi – faccio da solo, mi diceva sempre, l’importante è che mi svegli quando devo andare in caserma». Guareschi non era nemmeno un ufficiale rigidamente legato alle regole militari visto che durante un campo estivo nelle montagne di Paullo piazzò la sua tenda in mezzo a quelle della truppa anziché assieme a quelle degli altri ufficiali. «A Serra Mazzoni – ricorda il suo attendente di allora – se ne andava in giro a comperare tappeti nelle case dei contadini. Per attirare l’attenzione delle ragazze scattava fotografie, ma non aveva il rullino».

Tutto finì nell’agosto del 1936 quando bendino Magi terminò il suo servizio di leva.
Ancora oggi ricorda con commozone: «Guareschi mi baciò e mi disse: fai il servizio civile come hai fatto quello militre e ti troverai sempre bene». Non andò proprio così perché all’ex – attendente Magi, invece del servizio civile, toccò poi di andare a combattere in Jugoslavia e di rimanere ferito e invalido di guerra.

Molti anni dopo, le vicende della vita di Magi erano però destinate a incrociarsi di nuovo con Guareschi, deceduto nel 1968. Negli anni Novanta, ormai in pensione, il signor Bendino e sua moglie andavano ogni anno in vacnza ad Apecchio, un paese dell’entroterra pesarese, proprio nell’albergo di un avvocato che aveva rapporti con Alberto e Carlotta, i due figli dello scrittore.
Nel 1998 Magi prese carta e penna e scrisse loro una lettera raccontando tutta la storia e il 12 ottobre di quell’anno i due Guareschi gli risposero da Roncole Verdi. Una lettera di ringraziamento e piena di commozione alla quale segì un’altra nel 1999, dopo che Bendino Magi gli aveva spedito la sua foto che indica il cartello della via pesarese intitolata a Giovanni Guareschi. «Grazie per l’immagine di quel tesoro di Bendino», scrivevano i due fratelli Guareschi. E certo anche loro padre, l”ufficiale Giovanni Guareschi si sentiva ancora una volta soddisfatto del suo attendente Bendino Magi, pesarese, classe 1914.