La preziosa testimonianza di Gabriele e dei suoi fratelli in ricordo del padre Rino Giambartolomei
Mio padre, Rino Giambartolomei, nato a Fano il 9 luglio 1919, ha prestato servizio in marina per circa tre anni.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, la nave su cui era imbarcato, il cacciatorpediniere Antonio Pigafetta, fu sabotata dall’equipaggio stesso per non farla cadere in mano nemica. Dopo il sabotaggio fu catturato e fatto prigioniero.
Non amava parlare del periodo della guerra, un argomento che preferiva lasciare al silenzio. Ricordo però che mi raccontava, a me e ai miei fratelli, un episodio particolare: quando fu catturato dai nemici, lui e gli altri prigionieri furono costretti a correre lungo tutto il ponte che porta a Venezia, circa 10-12 km. Chi non riusciva a reggere il passo o cadeva veniva fucilato.
Diceva sempre che “ne hanno viste delle belle”.
Tra periodi di imbarco e prigionia, mio padre trascorse complessivamente circa 6-7 anni in guerra.

Per il suo servizio ricevette numerosi riconoscimenti:
- Croce di Guerra al Valore Militare “sul campo”, regio decreto 3/9/1947:
“Imbarcato per 30 mesi consecutivi di guerra su silurante che ha svolto intensa e rischiosa attività, ha assolto i propri compiti con sereno coraggio, abnegazione ed elevato sentimento del dovere”
Mediterraneo, 1/12/1940 – 10/06/1943 - Croce al Merito di Guerra, decreto 14/12/1942, n.1729:
“Nel primo ciclo della Guerra 1940-1943 imbarcato per dodici mesi su torpediniera, disimpegnava i propri compiti con coraggio, abnegazione e sentimento del dovere”
Acque del Mediterraneo: 10/12/1940 – 9/12/1941 - Croce al Merito di Guerra, decreto 14/12/1942, n.1729:
“Nel secondo ciclo della Guerra 1940-1943 fu imbarcato per dodici mesi su torpediniera, disimpegnava i propri compiti con coraggio, abnegazione e sentimento del dovere”
Acque del Mediterraneo: 10/12/1941 – 9/12/1942
Approfondimento storico: il cacciatorpediniere Antonio Pigafetta
Il cacciatorpediniere Antonio Pigafetta era un’unità della Regia Marina appartenente alla classe Navigatori. Impostato nei Cantieri del Quarnaro di Fiume nel 1928, varato nel 1929 ed entrato in servizio nel 1931 come esploratore leggero, fu riclassificato cacciatorpediniere nel 1938. La nave prese il nome dall’omonimo navigatore italiano Antonio Pigafetta, che accompagnò Ferdinando Magellano nella circumnavigazione del mondo e ne scrisse la celebre cronaca.
Il Pigafetta fu l’ultimo della sua classe a entrare in servizio, il 1º maggio 1931, e ricevette la bandiera di combattimento il 4 ottobre 1931 a Venezia. Nei primi anni operò come caposquadriglia esploratori nel Mediterraneo, con base a Lero nel 1935 e attività di appoggio durante la guerra civile spagnola nel 1937-38. Nel 1938, con la riorganizzazione della Marina, fu riclassificato cacciatorpediniere e assegnato alla XIVª squadriglia; nel 1939 tornò per pochi mesi nel Dodecaneso prima di rientrare in Italia per lavori di modifica, completati il 27 aprile 1940.
All’inizio della Seconda Guerra Mondiale, il Pigafetta era di base a Taranto, inquadrato nella IXª Divisione Corazzate della Iª Squadra Navale come caposquadriglia della XVª Squadriglia Cacciatorpediniere, insieme alle unità Alvise da Mosto, Giovanni da Verrazzano e Nicolò Zeno. Poiché le corazzate della divisione non erano ancora operative, la squadriglia fu assegnata alla scorta degli incrociatori Abruzzi della VIIIª Divisione.
Tra il 1940 e il 1943 il Pigafetta partecipò a 213 missioni, percorrendo 70.675 miglia e totalizzando 4.175 ore di moto. Le operazioni principali includevano scorte ai convogli in Grecia e Africa Settentrionale, trasporti di truppe e materiali, sbarramenti minati difensivi e offensivi, missioni di soccorso, e sbarco di truppe in Corsica e Tunisia. Tra gli episodi significativi, il trasporto di materiali speciali nel dicembre 1941 (forniture di benzina o acqua minerale per la Luftwaffe) e la pericolosa assistenza all’incrociatore Trento durante la Battaglia di mezzo giugno 1942.
Nel giugno 1943, il Pigafetta era in cantiere a Fiume per manutenzione. All’annuncio dell’armistizio dell’8 settembre 1943, la nave fu sabotata dall’equipaggio per impedirne l’uso da parte dei tedeschi. La maggior parte delle apparecchiature fu rimossa e imbarcata su un mercantile affondato in acque profonde.
Recuperata dai tedeschi, il Pigafetta entrò nella Kriegsmarine come TA 44, svolgendo attività bellica in Alto Adriatico fino al 17 febbraio 1945, quando fu affondato durante un bombardamento aereo alleato nel porto di Trieste. La carcassa semiaffondata fu successivamente recuperata e demolita nel 1947.
Contesto storico
Dopo la caduta del governo di Mussolini (25 luglio 1943), i partiti democratici iniziarono a riorganizzarsi, dopo anni di clandestinità. Il 3 settembre 1943 il governo Badoglio firmò un armistizio con gli Alleati, reso pubblico solo l’8 settembre. I reparti italiani, privi di direttive chiare, sbandarono di fronte alla Wehrmacht.
Le province di Trieste, Gorizia, Udine, Fiume, Pola e Lubiana furono amministrate direttamente dai tedeschi nell’Adriatisches Küstenland, mentre le province di Belluno, Trento e Bolzano furono integrate nell’Operationszone Alpenvorland.
Fonti:
- Trentoincina.it – Antonio Pigafetta
- Bollettino d’Archivio dell’Ufficio Storico della Marina Militare, 2015 (PDF)
- Gabriele Faggioni, La guerra aeronavale tra il Golfo di Venezia e la costa dalmata dopo l’8 settembre 1943
- Wikipedia: Antonio Pigafetta (cacciatorpediniere)
- Documenti ufficiali del Ministero della Marina e regio decreto 3 settembre 1947