
Dati sintetici:
Il fanese OMICCIOLI Enzo ( “Cioli” per gli amici ) – vi era nato il 1° Giugno 1915 – prima di arruolarsi in Aeronautica, nel 1934 aveva terminato un primo ciclo di studi presso il locale Istituto Commerciale di Avviamento Professionale.
Letteralmente “rapito” dalla passione per il volo a vela, nel 1935 lo portava a frequentare e concludere senza difficoltà il corso per Allievi Sergenti Piloti, incoraggiato anche dal noto Aviatore fanese, Ing. Serafini, esperto nell’individuare sicuri talenti da avviare ad una brillante carriera in seno all’Arma Azzurra.
Assegnato al 3° Stormo Caccia Terrestre di stanza a Torino-Mirafiori, durante il 1936 otteneva la qualifica di Pilota Militare e la promozione a Sergente.
Breve ritorno alla vita civile, il diploma di Ragioniere e di nuovo con la Regia Aeronautica che lo richiamava in servizio (1938) destinandolo alla 155^ Squadriglia del 6° Stormo “Diavoli Rossi” schiarata sul campo di Ravenna.
In quell’anno anche la “consacrazione” di Omiccioli ad ottimo pilota da Caccia e la promozione a Sergente Maggiore in Servizio Permanente Effettivo.
I venti di guerra che, nel 1939, si facevano sempre più minacciosi imponevano anche alla Regia Aeronautica di operare adeguati movimenti di reparti in seguito ai quali una parte dei “Diavoli rossi” lasciavano gli aeroporti della Romagna per i lontani cieli dell’Africa Orientale. Operazione che coinvolgeva anche il giovanissimo pilota fanese andato in forza alla 410^ Squadriglia Autonoma dotata di velivoli FIAT C.R.32.
Ricorda il comandante, Cap. Ricci “…il seregente Omiccioli (appena assegnatomi) un biondissimo marchigiano, persona distinta e di buona cultura… poi dimostratosi elemento di capacità e valore eccezionali… divenuto popolarissimo, dapprima tra i suoi colleghi e poi tra il personale tutto… dovetti difenderlo accanitamente da tentativi di trasferimento a qualcuna della altre squadriglie…”.
La 2^ Guerra mondiale iniziava per il nostro appena cinque giorni dopo il 10 Giugno 1940, quando nel cielo di Dire Daua tentava di intercettare bombardieri Bristol “Blenheim” dimostratisi tuttavia più veloci dei FIAT . Combattimento vero, invece, l’11 Luglio quando Omiccioli, temporaneamente “prestato” alla 411^ Squadriglia, con altri due colleghi incaricati di scortare bombardieri nazionali in azione su Moyale (Kenya) era attaccato da caccia Sud-africani.
I tre FIAT avevano la meglio abbattendo sicuramente un aereo nemico – successo accreditato all’ Aviatore fanese – e costringendo gli altri ad allontanarsi.
Definitivamente in organico alla 412^ Squadriglia di base a Gondar, non mancarono ad Enzo Omiccioli le occasioni per dimostrare – nel corso di successivi combattimenti aerei – doti di abile e generoso pilota da caccia, ora ai comandi del più evoluto biplano FIAT C.R.42. A lui attribuiti altri quattro apparecchi avversari abbattuti ed una meritata Medaglia d’Argento al V.M..
Sino a quel 3 Febbraio 1941, quando velivoli “Gladiator” del 1° Squadron SAAF mitragliavano a più riprese l’aeroporto di Gondar </EM>; il Comando italiano, valutando l’eccessivo divario numerico tra gli attaccanti ed i pochi FIAT efficiente ancora disponibili, non riteneva di poter validamente contrastare l’azione nemica. Ciò nonostante, con coraggioso slancio, Omiccioli decollava – prime solitario poi imitato da due altri “42” – ben decisi a contrastare l’azione dei Gloster guidati dai Capitani Boyle e Le Mesurier. L’impari duello che si sviluppava vedeva alla fine il FIAT di Omiccioli, rimasto isolato, precipitare al suolo.
Al ventiseienne asso della Caccia italiani con cinque “vittorie” all’attivo, andarono la promozione postuma a Maresciallo di 3^ classe e la Medaglia d’Oro al Valor Militare – alla memoria – conferita con Regio Decreto del 15 Aprile 1942.
Nel Luglio ’41, il collega Maresciallo Giardinà, ebbe a scrivere di lui ” ….giorni fa, occorrendo un pezzo di ricambio per il motore, sono stato a recuperare i resti dell’apparecchio del povero Omiccioli. Sono stato anche a portare sulla sua tomba un mazzo di fiori a nome di tutti i componenti la 410^…”.
Più tardi (15.12.1942) con Foglio d’Ordini n.35, la Regia Aeronautica stabiliva che all’aeroporto di Fano fosse attribuito il “…nome di battesimo Enzo Omiccioli“ mentre il 18 Ottobre 1970, le spoglie del giovane Aviatore tornavano – dopo ventotto anni – nella città natale per esservi inumate nel corso di solenni onoranze. Volutamente presente il “suo” comandante di allora, Corrado Ricci, ora Generale di Squadra ed in procinto di prendere i voti per ritornare in quell’Africa, mai dimenticata, nelle vesti di “padre missionario”.
Davvero sorprendentemente imperscrutabili le vie del cielo !

– Maresciallo Maggiore Pilota Regia Aeronautica
Medaglia d’Argento al V.M.
Gregario di pattuglia di scorta ad un nostro velivolo da bombardamento con caccia nemiche dopo lunga lotta ne abbatteva uno in fiamme e contribuiva all’abbattimento di un secondo. Durante le operazioni per la conquista della Somalia Britannica, svolgeva intensa e proficua attività in numerosi voli di crocera a protezione delle truppe operanti, attaccava più volte audacemente, preponderanti formazioni di aerei nemici da bombardamento, contribuendo all’abbattimento di uno di essi. In ogni azione poneva in chiara luce la sua magnifica tempra di combattente, rivelando doti spiccatissime di ardimento, entusiasmo, spirito di sacrificio e del dovere.
Cielo di Moyale Inglese, 11 luglio – La Fauk, 12 agosto
Dire Daua e della Somalia Britannica, 12-24 agosto 1940
Africa Orientale Seconda Guerra Mondiale

– Maresciallo Maggiore Pilota Regia Aeronautica
Medaglia d’Oro al V.M. alla memoria
Valoroso ed arditissimo pilota da caccia, durante un’incursione di sette caccia nemici su di una importante base aerea, partiva su allarme, gregario di una formazione di tre velivoli. Nel violento combattiemnto che ne seguiva, trovatosi isolato e accortosi che gli avversari si accingevano a mitragliare dei velivoli decentrati alla periferia del campo, con decisione e slancio attaccava le preponderanti forze nemiche. Ingaggiato l’aspro impari combattimento e rihiamando su di sé tutto l’accanimento degli avversari, impediva che essi realizzassero la distruzione degli apparecchi al suolo. Rimasto colpito ripetutamente, con indomita volontà e con grande eroismo, sosteneva il combattimento sinchè esausto precipitava, immolando alla Patria la giovane vita.
Cielo dell’Africa Orientale (Gondar), 3 febbraio 1941
Seconda Guerra Mondiale